È il momento più triste, il momento in cui il povero “Nannu” conclusa la sua breve esistenza si immola per porre fine ai bagordi e preparare tutti alla Quaresima. Fino ad alcuni decenni fa anche a Termini Imerese la lettura del testamento, assieme al rogo del Nannu segnava la fine dei festeggiamenti e costituiva il momento clou della manifestazione da tutti atteso con grande curiosità. Per diverso tempo, nella città, ne vennero letti addirittura due, uno a Termini Bassa e uno a Termini Alta, quest’ultimo quasi sempre davanti la porta del Municipio, sotto la cui scalinata nell’ampia piazza si radunavano festanti migliaia di persone. Oggetto di sberleffi erano soprattutto i politici locali, ma non di rado gente comune particolarmente conosciuta o personalità di spicco della società; contrariamente a quanto si potrebbe pensare, essere citati nel testamento del Nannu era cosa in genere gradita, anzi spesso ci si lagnava del contrario. Il testamento proprio in virtù della funzione che ricopriva era piuttosto lungo e la sua lettura si protraeva spesso per una buona mezz’ora. Oggi il testamento è stato ridimensionato e il suo posto è stato preso da altre attrattive, quali concerti musicali o fuochi pirotecnici, d’altronde è cambiata anche la platea, in gran parte costituita da persone provenienti da altri centri ai quali risulterebbero poco comprensibili riferimenti a fatti e personaggi di natura prettamente locale.
Negli ultimi anni il testamento viene letto da parte di un nuovo personaggio, il “notaro Menzapinna”, personaggio ideato dalla fantasia dello studioso Nando Cimino, autore anche del testo del testamento, la maschera inoltre prende le sembianze dello stesso ideatore, grazie alla caricatura in cartapesta creata dagli abili maestri. L’originale nome deriva dal fatto che, nel redigere gli atti, per svogliatezza o per errore, spesso lasciava incompiute le parole suscitando l’ilarità dei suoi clienti che così prendendo spunto anche da maldicenze di tutt’altro genere, avevano iniziato a chiamarlo con questo simpatico appellativo. Di seguito propongo un accenno tratto dai testamenti del 1948 e del più vicino 2013:
Testamento 1948
… e a Totò Cuffaru, barberi di finizza, ci lassu lu diploma ca curnici di sasizza. Ancora mi ricordu di qualcunu di la chiazza ci lassu li me valigi a Ninu Malarazza. A Fifì Di Cola amici veramenti, ci lassu lu flacchi e li me pinnenti. All’intimu niputi miu Di Vittoriu lu spiazali ci lassu cu piaciri lu purmuni e u ficatali.
Testamento 2013
Pi farini addivertiri puru ddoppu carnalivari fra n’autra simana ni portinu a vutari; ammia st’elezioni mi pari na babbiata, tantu gira e vota a stissa è la sunata. Ca vi scalinu li tassi picciotti un ci pinzati, ca a chiacchiri e paroli ggià semu abituati; vonnu ora lu votu facennu li nnucenti, poi pigghinu pu culu lu populu e li santi!.